martedì 15 settembre 2009

papi

stiamo per uscire a fare una passeggiata. così ci mettiamo un vestitino carino – che la ceci adesso è tutta in fase vestito+cappellodipaglia+braccialetti che quando la porto in macchina mi par d’aver dietro la regina madre – e poi andiamo giù. il vestito è così carino che per staccar la ceci dallo specchio la invito ad andare a farsi vedere da papà, che mi auguro non vomiti su tutto questo furor di rosa.
sì, dai, mi dice, andiamo giù dal papi!


le mani. improvvisamente mi sento prudere le mani. fortuna che sono dotata di senno e alle mani metto sempre la sicura. però è pazzesco come di ‘sti tempi basti una parola, quella parola, per evocare terribili immagini tipo quella di mia figlia in fila al casting per il grande fratello.


amoremio che ne dici di non chiamarlo papi mamagari papàpaolo come fai sempre? e sai perché? perché di tutti ‘sti papi ne abbiamo abbastanza, invece di papàpaolo solo il tuo.

la regina madre per questa volta è d’accordo, e scende urlando guardami papà! beh, la fuori la democrazia sarà pure moribonda, ma almeno qui vige una monarchia illuminata.

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