venerdì 28 settembre 2007

istinto materno

io che ho partorito quattordici mesi fa,
a dire la verità sto diventando mamma adesso.

martedì 25 settembre 2007

e quindi sono un'eroessa

certe cose che hai fatto, certe cose che hai sopportato,
certe che hai mandato giù in quegli orrendi giorni in agenzia.

non devi vederle come sconfitte,
mi hai detto,
ma come piccoli gesti eroici.

piccoli. gesti. eroici.

cazzarola, stefania, grazie.

lunedì 24 settembre 2007

festa di compleanno

siamo andate alla nostra prima festa di compleanno.
lei, mondanissima, ha nell'ordine:
sbriciolato una trentina di biscotti in luoghi che la padrona di casa nemmeno sa di avere;
cercato di impossessarsi di tutti i giochi della festeggiata, soprattutto quelli appena ricevuti;
esplorato con la testa alcuni anfratti del giardino;
ballato insieme a donatoilconigliostirato delle danze, dimostrando una certa predilezione per il reggae;
rovesciato sul tappeto in cocco il fragolino del nonno della festeggiata;
cercato di farsi portare a casa da un'altra mamma;
vomitato tutto o quasi il latte della merenda su: le sue scarpe, la sua maglietta, la sua salopette;
ma soprattutto su: la mia spalla, la mia maglietta, i miei pantaloni, la mia cintura e un po' di pavimento;
preso quindi in prestito una maglietta non sua;
mangiato la torta dopo averla spalmata vorrei non ricordare dove.
io, invece imbranatissima, penso che ci vorrà un bel po' per riprendermi. un anno, se proprio proprio devo dire quanto.

giovedì 20 settembre 2007

perché sono contenta d'aver fatto una femmina #2

- allora ceci, come fa la mucca?
- mmmmmuuu
- e l'orologio?
- tictactictactictactictac
- e la civetta?
- uh-uuuuuuh
- e il treno?
- ciu-ciuuuuuuuuuuu
- e la cacca?
- bleahhhhh
- e il caffé?
- khhhhhhh
- e il tuo amico giovanni?
- ....
- brava!

l'amico giovanni di cecilia in effetti non fa proprio niente come la maggior parte dei maschi-barbabietola, a parte dormire e talvolta farsi crescere i capelli. è quindi evidente persino da questa breve conversazione madre-figlia qui riportata come la mia cecilia non sia solo un essere superiore in quanto femmina ma sia pure un genio.

martedì 18 settembre 2007

perché sono contenta d'aver fatto una femmina #1

alle ore 12.25, allato dell'A8 ovvero autostrada dei laghi, fermo in corsia d'emergenza, un giovane manager in divisa pantèn d'ordinanza - capelli morbidamente buttati all'indietro, abbronzatura originale, camicia azzurra con collone e cravattona dentro pantaloni gessati - ben attento a non sporcarsi le scarpe di tek, allato della sua bmw one-like-no-one blu fiammante rigorosamente pulsante di quattro frecce quattro, esso, a pochi cappaemme di distanza dall'autogrill e incurante del mondo che gli gira intorno tra cui me che passo accanto, si estrae il pisello e piscia.

lunedì 17 settembre 2007

incentivescion

son cose che si preferirebbe non sapere: mi hanno detto che se una mamma da le dimissioni entro il primo anno del figlio o figlia, l'azienda o chiperessa le paga il periodo di preavviso ma la mamma non è costretta a farlo.
dico che queste son cose che si preferirebbe non sapere per due motivi.
numero uno, quello egoisticamente mio: cecilia ha compiuto il suo primo anno il 27 luglio e io ho dato la lettera il 30. fate un po' voi che giramento di maroni.
numero due, quello invece più di tutte: siamo alle solite, in italia invece di incentivare le mamme a rientrare e restare nel mondo del lavoro, viene dato loro un bel regalo se se ne vanno, possibilmente il più presto possibile. è proprio il belpaese, questo. però quello con sopra due chili di muffa, abbandonato in fondo al frigo da chissà quando.

giovedì 13 settembre 2007

zapping

depressi come puerpere, ce ne stiamo spaparanzati sul divano a masticare mestizia: nonostante i tentativi di sfondamento del satellite tramite un decoder marchiato laqualunque, stasera non vedremo la partita di rugby italia-romania del mondiale in corso. non ce n'è, certe scelte di principio di non dare una lira a murdoch e alla sua piattaforma satellitare si pagano, la rai non ha alcuna intenzione di trasmettere alcunchè - tantopiù che stasera c'è l'ennesima partita di calcio della nostra nazionale poporopopopo contro casorate sul minchio e allora ubi maior - fattostà che a lui viene quasi da piangere e a me fra cinque minuti massimo, anche.
facciamo un po' di zapping. e giunti su lasette, scopriamo s.o.s. tata iniziato da poco. cazzo, dice lui, la mia trasmissione preferita. credendo che scherzi, accenno un sorriso sarcastico della mamma che sa tutto lei. ma è quando lo sento borbottare uffa è già cominciato e mi sono perso il perché questi hanno bisogno della tata che capisco che raramente è stato così serio. dalle mete alle tate passando per di qui. valli a capire 'sti padri.

giovedì 6 settembre 2007

alzati e cammina!

occhei. dal divano al tavolino cosa saranno, tre passi? quattro? la fai facile tu, non è mica uguale. tre ce la posso anche fare, ma quattro, oh!, quattro passi! fischia. vabbeh, io ci provo.

uno... bene fin qui, un passo lo so fare da ieri.
due... fin qui tutto bene, anche due li so fare.
tre... fin qui tutto bene, il bello però arriva adesso.
quattro... quattro! ehi, però se tiro dritto fino all'altro divano... cheffaccio, provo?
cinque... il soggiorno, acci com'è grande.
sei... sei passi!
sette... ohmamma. mamma? mamma!
otto, nove... non respiro se no cado...
dieci! dieci passi, uno in fila all'altro! uau...
beh, mondo, che dire: arivo!

martedì 4 settembre 2007

primo giorno di scuola

io, pensare che settimana prossima cecilia comincia l'asilonido, mi fa impressione.
quando ho cominciato io era la materna e non il nido, avevo tre anni e c'erano le suore. e la mia mamma mi ha tolto di lì un mese dopo perché al mio compleanno ha portato una torta da dividere con gli altri bambini, e invece ha scoperto che le suore se la sono tenuta loro. la mia fede si dev'essere incrinata quel giorno, mi sa.

lunedì 3 settembre 2007

con la presente

alla fine tornare a scrivere dopo un mese esatto di nulla deve avere un senso. come quello di avere qualcosa da dire, per esempio. e io ce l’ho: ho dato le dimissioni. decisa come camilla parker-bowles nel riprendersi il suo carlo, un lunedì sono entrata nell’ufficio del mio capo a riprendermi la mia vita. me ne vado, gli ho detto. perché questo posto mi fa schifo, questo lavoro non mi piace più, mi avete trattata come un cane, ho una bambina a cui badare più che alle vostre paranoie e poi ho ancora un amorproprio, cazzo. così, gli ho detto, altro che bridget jones. io, secondo me, sono stata davvero fikissima. cioè, per quei dieci minuti lì, di sicuro. poi si vedrà, checcapperi.