martedì 29 maggio 2007

la donna invisibile

ma scrivilo, mi dice chi mi vuole più di bene. scrivilo, perché magari sfogarti aiuta e in fondo anche questa è una di quelle cose che non ti dicono quando resti incinta.
potrei provare a scriverlo, è vero, ma per dire cosa.
forse potrei provare a raccontare una mia tipica giornata in agenzia da quattro mesi a questa parte, e dire che anche ieri nessuno mi ha rivolto la parola. che il mio telefono non ha mai squillato. che nessuna email di lavoro ha interrotto il mio nulla.
potrei provare a confessare che qualche volta ho fatto la prova,
sono andata via alle undici del mattino e nessuno se n’è accorto.
potrei provare a dire che sono diventata invisibile, trasparente, inutile.
potrei provare a descrivere gli sguardi dei colleghi, che ogni tanto sorprendo a guardarmi come si guarda una prozia un po’ noiosa che da qualche tempo si dev’essere ammalata, perché non fa più tanto ridere.
potrei provare a dire la verità, che ogni tanto sono andata per gli uffici a pietire un lavoro e quando mi sono trovata sul tavolo uno schifo che neanche uno stagista, ho sentito il mio orgoglio urlare porca puttana fattela tu ‘sta roba, ma invece non ho detto niente.
potrei provare a mettere in fila le parole non-valgo-niente,
giusto per vedere l’effetto che fa.
potrei provare a consolarmi pensando che solo un anno fa ero una brava su cui puntare, mentre oggi non sono più capace di fare niente, allora forse hanno davvero ragione loro.
potrei scrivere di come la solitudine sia ormai diventata una cosa fisica, che mi fa camminare dalla metropolitana a qui come se le scarpe sprofondassero nell’asfalto e mi fa male la schiena come se portassi sempre lo zaino e mi rendo conto che non cammino più dritta come una volta e in mezzo alla carreggiata, ma me ne sto più vicina ai muri e mi guardo i piedi, e forse è per questo che la gola si chiude ma almeno così non esce il magone.
potrei provare a consolarmi scrivendo che tanto a casa c’è cecilia,
ma dovrei anche firmare la mia confessione più terribile, che il suo sorriso non sempre mi basta.
potrei provare a scrivere, potrei reagire, potrei scappare, ma anche urlare oppure licenziarmi, potrei.
potrei, ma davvero non so cosa dire, scusate.

Nessun commento:

Posta un commento