venerdì 22 giugno 2007

spirito critico

per esempio, nemmeno colle amiche conviene parlare di figli, cioè dei propri, intendo. arenate sulla sabbia tipo foche, guardiamo la mia ingurgitare ridendo intere manate di sabbia e allora dico che mi da un certo sollievo vederla che ride sempre tutta felice, così almeno mi sento meno in colpa per averla portata su ‘sta terra strana.
è vero, siamo state proprio fortunate! dice l’amica mia. e con un gesto ormai diventato parte di lei come quello di chi si aggiusta gli occhiali, si butta indietro come un ciuffo di capelli fastidioso le lunghe occhiaie che ormai la ornano: anche stanotte il suo l’ha fatta dormire per soli minuti venti e ora sta strillando poco distante perché comunque si è svegliato di pessimo, con i vicini di ombrellone che lo guardano in cognesco, e perdonatemi il cruento gioco di parole.
siamo? mi vien da domandare. ma non lo domando e anzi me lo tengo. forse forse anche io insieme alle acque ho perso lucidità. e allora sorrido. e cambio decisamente argomento.

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