lunedì 5 marzo 2007

pensiero tremendo

dopo quanti mesi: sette? sette!, passati a casa ad aspettare la creatura prima e ad accudirla poi, beh, a un certo punto tocca tornare a lavorare. ed è incredibilmente bello vestirsi per uscire, prendere il treno, comprare il giornale e fare tutte quelle cose che facevo prima, anzi PRIMA. certo che c'è anche la questione economica, mica sono la paltrow che insieme ad ogni figlio genero 3 tate. però oltre allo stipendio intero mi sembra quasi di tornare a guadagnare una io intera. e allora via con la sveglia all'alba, e le corse per portare cecilia dai nonni - santisubito - e poi a milano e il treno e il passante e un po' di strada a piedi e ora che arrivo in ufficio alle 9.30 ho già vissuto un centinaio di vite e sono a pezzi. in ufficio. in ufficio poi non faccio niente. o meglio: non mi fanno fare niente. praticamente non esisto, perché in questo posto tutto accade come minimo intorno alle cinque del pomeriggio e io che faccio le sei ore sono praticamente all'oscuro di tutto. che sia questo il famoso mobbing? che sia questo il famoso inizio della fine? che sia questo il motivo per cui tante donne si privano della maternità per non perdere ciò che faticosamente si sono guadagnate in tanti anni di ferie mancate? ed è nell'istante in cui vedo gli altri, anzi gli ALTRI, andare in una riunione in cui io non sono nemmeno prevista, che nella testa si forma un pensiero tremendo: fanculo, io faccio un altro figlio.

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